LA STORIA DI BLAST

“ Muoversi in un modo diverso, facile e divertente è possibile se il mondo diventa un infinito tappeto elastico..” 

 Questa è l’intuizione che ha spinto un imprenditore di nome Giacomo Masserini, titolare di un’azienda di meccanica di precisione, a sognare una “calzatura da rimbalzo” che potesse coniugare il divertimento con un’adeguata e sicura attività fisica.

  Giacomo è un appassionato di sport e amministratore della Elmas srl, attività di famiglia fondata addirittura dal nonno.
 In azienda c’è un ottimo background tecnologico per la lavorazione dei metalli con moderne macchine utensili ma una intuizione di questo genere implica un livello tecnologico sicuramente diverso.

Allora Giacomo ricerca qualcosa di già presente sul mercato per fare esperienza come rivenditore nella sua nazione, l’Italia.
L’obbiettivo è capire come il mercato possa recepire un prodotto simile ancora poco noto alle persone e agli sportivi.
L’esperienza comincia con alcuni modelli di stivali da rimbalzo che sembrano avvicinarsi alla sua visione e prova ad importarli e distribuirli.
 Inizialmente tutto sembra funzionare e l’interesse lentamente aumenta.
 Ben presto però cominciano problemi legati alla poca serietà delle forniture ed emergono gli evidenti limiti di un prodotto fabbricato in Asia con poca tecnologia, scarsa qualità e sviluppo fermo agli anni 90.

Dopo una fase di stallo, disillusione e molti ragionamenti, Giacomo decide di muoversi autonomamente.

Comincia a sognare una propria calzatura.... Attraverso alcune conoscenze  viene a conoscenza di una piccola azienda vicina che si occupa di ricerca e sviluppo nel settore sport.

Giacomo, inguaribile curioso, decide di capire se ci sia la possibilità o meno di investire in un progetto nuovo e intraprendere un percorso diverso.
Il titolare dell’altra azienda si chiama Christian Nino, ed è un progettista di caschi e attrezzature indossabili per lo sport in genere.
Con la sua azienda di ricerca, sviluppo e design ha fatto nascere progetti importanti per molte aziende italiane ed estere del settore sportivo.

Conosce molto bene i problemi derivati dagli impatti durante le attività sportive e come industrializzare prodotti per proteggersi.

Giacomo fin dalla prima riunione nel suo ufficio, mette in chiaro che le attrezzature, la produzione, la ricerca e lo sviluppo dovranno essere fatti in Italia.
Il suo entusiasmo coinvolge Christian nonostante una certa diffidenza iniziale nel vedere un’azienda del settore industriale investire nello sport con tutti i rischi di un mercato di nicchia legato a pochi appassionati.
L’odore nell’aria però è quello di una sfida tecnologica e Christian decide di raccoglierla.
 L’obbiettivo è risollevare un settore dal mercato poco vivace a causa di carenza di prodotti validi ed emozionanti che non sono mai stati costruiti con tecnologie moderne.
L’intuizione di Giacomo è che in questo genere di attrezzatura ci sia un potenziale latente ed inesplorato ma nessuno abbia avuto la sensibilità di coglierlo.

Con una buona dose di coraggio e molto entusiasmo comincia la collaborazione.
Giacomo durante i primi mesi insiste su concetti molto precisi per rendere l’attrezzatura facile e per tutti, idonea anche alla semplice camminata.I vecchi attrezzi da lui acquistati nel tempo hanno troppi limiti di rigidità, le belle sensazioni che si provano utilizzando un semplice tappeto elastico non sono minimamente presenti.
Christian provando alcuni vecchi attrezzi rimasti in azienda, capisce che ci vuole un progetto coraggioso che imponga un salto tecnologico importante nella direzione della facilità e del confort.
Viene l’idea di una sospensione a “doppio effetto” (inizialmente morbida e progressivamente più dura) che sembra avere caratteristiche interessanti ed inesplorate sotto i piedi delle persone. “D’altronde un buon tappeto elastico funziona proprio così” ricorda Christian.
Con il tessuto si ottiene una ammortizzazione iniziale molto gentile (basta anche solo la pressione di un dito...) ma poi gli elastici ed il telaio intervengono e il comportamento cambia diventando più reattivo.
“Non è stato facile trovare l’elemento mancante, i vecchi attrezzi si comportano in modo scorbutico specialmente per i soggetti leggeri come i bambini” L’idea della sospensione progressiva a doppio effetto si concretizza con il tempo, molte prove e prototipi.
Nella progettazione, su richiesta di Giacomo l’elastico centrale presente nei vecchi attrezzi viene reso un optional e la geometria viene pensata in un unico pezzo nonostante abbia due geometrie diverse.

I primi salti fatti nella mensa aziendale, lontano da sguardi indiscreti, rivelarono sensazioni di facilità e confidenza sconosciuti per quel tipo di attrezzatura e simili al tappeto elastico che tutti conosciamo.
“La sospensione senza l’elastico centrale sembrava qualcosa di un altro pianeta” ricorda Christian.
Per industrializzare ad un risultato tecnico simile c’era però bisogno di risorse, importanti tecnologie e un ottimo metodo di ricerca soprattutto nell’ambito dei materiali plastici.
Giacomo decide di investire, nel 2017 viene inaugurata una sede per l’R&D dove tutti i risultati di anni di ricerca vengono trasformati nello sviluppo industriale di un prodotto affidabile, confortevole ed completamente fabbricato in Italia.
“Durante la fase iniziale sono state fatte molte prove, costruiti e testati molti prototipi, fatti molti sbagli e abbiamo cambiato idea molte volte” ricorda Giacomo.

“In questa delicata tappa non è mai mancato il supporto di persone che, sacrificando tempo e sudore ci aiutavano a fare test di ogni tipo....” ricorda Christian “Un grazie particolare va a Benedetta Chietti, una super esperta di Spinning e tappeto elastico che ha avuto una pazienza incredibile!”

Per fissare gli incoraggianti risultati ottenuti, Christian e Giacomo hanno inoltre sentito la necessità di coinvolgere chi poteva avere competenze certificate anche nel campo della biomeccanica.
Era chiaro ad entrambi che le sensazioni di pochi soggetti o dei dati del tecnologico macchinario costruito per catturate i numeri della sospensione di Blast non erano sufficienti per garantire lo stato dell’arte durante l’utilizzo finale per tutti.
Nella storia dell’umanità non ci sono molti attrezzi indossabili ai piedi per muoversi. Le “molle” sono probabilmente tra i meno diffusi e la scienza della biomeccanica non le ha mai studiate a fondo. Quale migliore occasione per una collaborazione con un centro universitario?
Nel 2022 il Politecnico di Milano, grazie ad un nuovissimo bio-laboratorio ha preso in carico Blast per esplorarne benefici e limiti dell’utilizzo dinamico sull’uomo.

“Questi test avrebbero potuto spaventare a causa delle tecnologie impiegate perché all’interno di un bio laboatorio misurano, registrano ed analizzano veramente tutto...” dicono Giacomo e Christian “...ma la paura svanisce se si pensa ai benefici di avere dati misurati sull’uomo che sono l’unica vera base dei futuri programmi di allenamento” I risultati, a detta dei tecnici universitari, sono andati ben oltre le aspettative e resi disponibili per tecnici e preparatori atletici di ogni sport che li vogliono consultare.

Nel 2023 grazie alle numerose collaborazioni arrivano nel team di Blast due preparatori atletici d’eccellenza e comprovata esperienza:
Dino Tenderini e Bruno Anzile.

Dino è stato preparatore atletico della squadra di calcio di serie A “AC Milan” per vent’anni, partendo dal settore giovanile fino al massimo livello e vanta collaborazioni aperte con atleti di sci alpino impegnati in Coppa del Mondo.

Bruno nel settore degli sport invernali è considerato addirittura un vero luminare, ha partecipato come preparatore a 5 Olimpiadi, lavorato con i più famosi campioni, girato il mondo per 17 anni come tecnico federale del circo bianco e formato tecnici a sua volta.

Sempre nel 2023 una tra le società sportive più storiche d’Italia, lo Sci Club Ponte di Legno, ha aperto le porte al progetto Blast per affiancare la preparazione di giovani atleti degli sport invernali.

Blast viene finalmente inserito a tutti gli effetti come base per aumentare le abilità nei ragazzi più giovani.

Anche una atleta di Coppa del Mondo della squadra nazionale Italiana, la slalomista Anita Gulli, decide di raccogliere la mission ed entra a far parte del mondo di Blast con l’obbiettivi di inserirlo costantemente nei propri protocolli di allenamento.

Blast permette infatti di diluire i carichi importanti sull’apparato scheletrico ed articolare, stimola l’apparato linfatico, migliora l’equilibrio e consente di aumentare il tono muscolare.
Uno degli obbiettivi del suo utilizzo è di incrementare l’esplosività in chi scia, gioca a calcio necessità di stimolare particolari abilità per la disciplina che pratica.

“Il tutto valorizzato da un movimento che non annoia e che diverte” ricorda Giacomo “Grazie al brevetto di Blast si può spaziare dalla semplice camminata fino a attività più impegnative e complesse come la preparazione atletica”

.....e conclude: “Siamo orgogliosi di averlo fatto completamente in Italia, con un processo 100% Made in Italy che ha messo al centro del suo sviluppo la Val Seriana, un territorio che vive da sempre prevalentemente di meccanica e di tessile”.

Da sinistra: Christian Nino, Denisa Popescu, Samuel Masserini, Sonia Seghezzi, Giacomo e Kevin Masserini

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